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      In terra ferma è accaduto che gl'Indiani a questo modo hanno segate e troncate le ancore delle navi. Ma quando si tratterà della seconda parte di queste istorie e delle cose di terra ferma, allora si diranno piú particolarità di queste corde della cabuia e dell'henechen, perché ivi assai se ne servono.
     
     
      Delle irache, che sono erbe nel generale (perché in lor lingua iraca non vuole dire altro che erba), e come gl'Indiani nelle vivande loro ne mangiano.
      Cap. XI.
     
      Sono gl'Indiani molto amici di mangiare erbe cotte, e in terra ferma le chiamano irache, ch'è a punto tanto quanto dire erbe; perché, ancorché siano erbe note e fra loro abbiano i lor nomi particolari, quando le nominano insieme le chiamano irache, cioè erbe. E di quelle che essi tengono per sane e per buone a mangiare ne fanno una mescolanza e ne cuocono insieme di molte sorti, e ne fanno una vivanda che paiono spinaci ben conci, e vi pongono anco fiori d'altre erbe. E tutta questa mescolanza chiamano essi irache, e le mangiano volentieri, almanco in terra ferma, dove alcuni cristiani, o per necessità o per fame, e altri perché vogliono provar ogni cosa, mangiano di questa vivanda e la stimano e lodano molto, e la continovano anco e dicono che se ne ritrovano bene; e vi aggiungono anco delle zucche e dell'asci, che è il pepe degl'Indiani, e ne fanno una acconcia minestra. Questo nome d'irache è della lingua della Cueva di terra ferma.
     
     
      Della pianta e frutto chiamato lirenes.
      Cap. XII.
     
      Lirenes è un frutto che nasce in una pianta che coltivano gl'Indiani, e al presente anco i cristiani in questa isola, ne' loro poderi e giardini.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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