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      E credo che questo non avenga per difetto delle palme, ma perché non sanno curare il frutto.
      Vi sono molti belli alberi di cannafistola, cosí in questa città e nelle sue possessioni come in molte altre parti dell'isola. Questi sono belli e grandi alberi, e non sono venuti di Spagna, né erano anco prima in questa isola. Vi seminarono la semente, e vi fecero cosí bene questi alberi poi che ve ne sono ora ricchi poderi; e molti piú già ve ne furono, che le formiche li rovinarono, come appresso si dirà nel decimo libro al primo capo. Io credo che questi alberi v'abbiano fatto cosí bene perché in queste isole e in terra ferma vi sono cannafistole selvagge, e sono alberi che comunemente in queste Indie nascono; ma la cannafistola di questi alberi selvaggi è molto grossa e quasi vana, là dove quella che vi s'è fatta per l'industria de' cristiani è ottima, come lo sa oggi Spagna con altre parti del mondo, per la gran quantità che ne hanno le navi portata e ogni dí ne portano da queste isole. La loro fronde ha il colore e il verde delle frondi delle noci di Castiglia, ed è cosí lunga, ma piú stretta e piú sottile. Il lor fiore è giallo e si somiglia alquanto a quello della ginestra. Quando questi alberi sono carichi dei lor frutti di cannafistola, paiono assai belli e vaghi. In effetto ce ne sono qui in tanta copia fatti che, come s'è detto di sopra nel terzo libro, vagliono in questa città a vilissimo prezzo, perché a quattro ducati, e meno si vende il cantaro. Il primo albero di questa cannafistola che fu in questa isola fu nel monastero di San Francesco della città della Vega; e ad essempio di quello vi si posero degli altri, e se ne fecero le possessioni intere, che sono riuscite di grande utilità e ricchezza.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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