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      Moltiplicano tanto questi platani che mai non mancano, e sempre crescono e sono umidissimi; onde, quando vogliono estirparne e cavarne a forza dalle radici alcuni, tanta acqua dalle radici goccia, e tanta se ne vede nel terreno dove si cava, che pare che tutta l'umidità e acqua de' pori della terra a sé quelle radici attratta s'abbiano. Le formiche in questi luoghi sono molto amiche di questa pianta e vi vanno molto: il perché se ne guastarono molti in questa città, perché in tempo non avevano qui contra le formiche rimedio.
      Questo frutto si ritrova del continuo in tutto il tempo dell'anno; ma, come ho detto, non è la sua origine in questi luoghi, né sanno il suo proprio nome darli, perché non si possono nel vero chiamare platani, né sono platani. Ma, ciò che si siano, furono nel 1516 portati dall'isola della Gran Canaria dal reverendo padre fra' Tomaso di Berlanga dell'ordine dei predicatori a questa città di San Domenico, e di qui poi si sono sparsi per l'altre terre dell'isola e per tutte l'altre isole anco abitate da cristiani e in terra ferma; e dovunche sono stati piantati v'hanno fatto bene, e non è uomo di quanti in questa terra hanno possessioni che non n'abbiano molti. Ben credo io che nel mio podere ve ne siano quattromila piante, e in molti altri poderi, che sono maggiori che non è il mio, ve ne sono assai piú, perché sono di molta utilità e tutti si mangiano, ed è per li padroni una buona entrata, perché nulla vi spendono in farli.
      Le prime piante di questi platani, come s'è detto, vennero dalla Gran Canaria, dove io in quella stessa città le viddi nel monasterio di San Francesco nel 1520. E cosí sono medesimamente nelle altre isole Fortunate o di Canaria.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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