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      Quel platano di Candia non perde mai la foglia, e questi che qui abbiamo ne tengono piú secche che verdi, perché sempre le prime si vanno seccando, e marcite che sono se ne cadono, e le piú alte vanno crescendo. E finalmente in capo d'un anno intiero compie il suo corso e la sua vita, come s'è detto, e restano suoi successori i figliuoli o rampolli intorno. Di modo che queste piante delle quali ho qui trattato, e onde tanta utilità si cava in questi luoghi, non si debbono tenere per platani né per alberi, ma per piante; e vennero qui per mezzo di quel reverendo padre fra' Tommaso, al quale meritamente la maestà cesarea ha fatto grazia del vescovado di Castiglia dell'Oro in terra ferma; perché in effetto è religiosa persona e di buon esempio, e ha con la sua dottrina giovato molto in queste parti nelle cose del servigio d'Iddio, che già per tale fu eletto, non chiedendo né procurando egli tal cosa.
      Le canne dolci delle quali si fa il zuccaro, e delle quali e in questa isola e nelle altre è risultato tanto utile, si portarono dalle isole di Canaria, come piú distesamente si disse nel quarto libro. Queste canne, ancorché non siano alberi, mi è paruto nondimeno per concludere questo capitolo di darne questa breve relazione, per la utilità grande che hanno data a questa isola. E con questo passeremo a dire degli alberi naturali di questi luoghi.
     
     
      Degli alberi fruttiferi e naturali di questa isola Spagnuola, e prima degli obi.
      Cap. II.
     
      L'obo è un albero grande e bello e fresco e di buona aria e di sana ombra; e ve ne è gran copia in questa isola e per tutte queste Indie.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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