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      Certo che peggiori cose né simili non ho mai inteso nel mondo, né letto che mai in parte alcuna da genti selvagge e barbare si servassero. Ma, ritornando all'istoria dell'Indie, dico che questa bicia è un color che molto si pregia e stima qui, fra queste genti di tutte queste isole e di terra ferma, per gli effetti che detti di sopra se ne sono.
     
     
      Dell'albero della guazuma, e del suo frutto.
      Cap. VII.
     
      La guazuma è un albero grande, che produce un frutto come il celso nero, e ha quasi la fronde come l'ha questo celso, salvo che l'ha minore. Di questi frutti fanno gl'Indiani una bevanda che gli ingrassa come porci; e per questo pongono di questi frutti nell'acqua e ne fanno la bevanda, che fra pochi giorni riempie e fa corpolenti gl'Indiani che ne bevono. Il medesimo fa de' cavalli, quando se ne trova alcuno che voglia berne. Il legno di questo albero è molto leggiero, e ne fanno in terra ferma gl'Indiani i bastoni da caricare, come si dirà al suo luogo nella seconda parte. S'è qui posto questo albero perché è comune in tutte queste isole e terra ferma.
     
     
      Dell'albero chiamato guama, e del suo frutto.
      Cap. VIII.
     
      La guama è un grande albero, e comunemente quello che piú si brucia in questa isola, per cagione che se ne ritrovano assai e grandi alberi, e ardono chiaro e puro. Qui se ne consuma una copia infinita nel cuocere i zuccari che si fanno. Il frutto della guama è come selleccole o scioscelle, grandi e maggiori di quelle di Castiglia, ma hanno quasi un medesimo sapore. Dicono che gl'Indiani e i cristiani anco le mangiavano, ma io non provai giamai tal frutto, ancorché veduto l'abbia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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