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      Degli alberi dello hicacos, e del frutto loro.
      Cap. IX.
     
      L'hicaco è un albero che nella foglia si somiglia molto al sorbo peloso, ma non gli si somiglia già al frutto, benché non sia questo albero maggiore di quel del sorbo peloso. Il frutto dell'hicaco sono certi pomi piccioli, alcuni bianchi, alcuni rossi e altri quasi neri. Non è de' migliori frutti del mondo; non è né anco cattivo né dannoso. L'osso è grande, rispetto alla grandezza del frutto, perché è poco quello che vi ha da mangiarsi, e se n'ha da distaccare corrodendolo ben bene; e per questo non è troppo buon cibo per le gengive. Quella poca carnosità che vi si trova è molto bianca, e non se ne distacca cosí presto che non sia bisogno ritornarvi con denti spesso, per lasciarne l'osso netto. Questi frutti sono buoni per lo flusso del ventre.
      E questo albero, con tutti gli altri che io ho in questo ottavo libro descritti, sono selvaggi e naturali in questa e nelle altre isole e in terra ferma, e da se stessi vi nascono e riempono buona parte de' boschi e delle selve, benché alcuni anco di loro se ne coltivino, perché coloro che si dilettano d'agricoltura li lavorano e li fanno migliori frutti produrre. Questi alberi sono amici dell'aere del mare, perché per lo piú sempre si ritrovano non molto lungi dalle costiere marine.
     
     
      Dell'albero chiamato iaruma, e del suo frutto.
      Cap. X.
     
      Questi alberi della iaruma sono come fichi selvatici e assai grandi, e hanno le foglie grandi e aperte o fesse molto, e maggiori di quelle di Spagna, ancorché paia che vogliano nella fronde imitarle.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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