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      Il frutto di questi alberi sono certe guaine grandi come il maggior deto della mano, e grosse come duo deti, e ritonde e piene di certa lana sottile. E quando sono mature si seccano e s'aprono da se stesse per lo calore del sole, e il vento poi ne porta via quella lana; fra la quale sono certi granelli che è la semente loro, nel modo che ne stanno anco fra la bambace.
     
     
      Dell'albero o pomaro picedo, del cui frutto gl'Indiani caribi fanno il tossico col quale tirano; ed è cosí velenoso che è irremediabile.
      Cap. XII.
     
      In questa isola Spagnuola, nella riviera di ponente, ne' monti della punta del Tiburone e nella costiera del mare, e in altre parti di questa e dell'altre isole di queste Indie, e in gran parte di terra ferma dalla banda di tramontana al manco da Parias, e dalla Bocca del Drago verso occidente fino al golfo di San Biagio e presso al porto del Nome d'Iddio, che son piú di 400 leghe di costiera, sono una infinita quantità di questi alberi di pomaretti, delli quali sogliono gl'Indiani caribi, con altre lor velenose misture, fare quel diabolico e incurabile tossico che essi con le loro freccie tirano. Questi sono certi alberi impergolati o bassi, e alcuni piú alti ch'è tre volte l'altezza d'uno uomo, ma per lo piú sono alberi mezzani e bassi, ma molto sparsi a torno e pieni di foglie, le quali sono come quelle del pero o quasi. E producono gran copia di certi pometti di buon odore, e grandi come pere moscatelle ma ritonde, e alcune un poco lunghette e macchiate d'un poco di rosso, che dà lor buona grazia a vederle; però sono molto cattive e velenose, tanto esse quanto l'albero loro, per gli effetti che fanno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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