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      E con questa considerazione ritroverà i maravigliosi effetti che qui degli alberi e delle piante si tratteranno, per segnalate e incurabili infermità e morbi, onde non ne ha da ringraziar le creature ma il creatore loro, che è il medesimo Iddio che ci dà e ci insegna cosí fatte cose perché meglio lo conosciamo e serviamo, e con piú puro cuore l'amiamo, perché esso ama noi. E cosí vi darò principio con un arbore, che nel vero io non so il nome che gl'Indiani li danno in questa isola o nell'altre né in terra ferma, perché ogni parte di varie maniere lo chiamano, per la differenzia e copia delle lingue che in queste Indie sono. Né so neanco se saperò darle ad intendere come io vorrei, per la gran disconvenienzia che ha con tutti gli altri alberi, perché è tanta che non so risolvermi se egli sia arbore o mostro piú tosto fra gli alberi. Ma il meglio che saperò, dirò quello che ne ho potuto comprendere, rimettendomi a chi meglio saperà disegnarlo e darlo ad intendere; perché nel vero bisognerebbe dipingerlo quel Leonardo di Vince o quello Andrea Mantegna, famosi pittori che io conobbi in Italia, piú tosto che volerlo io con parole circonscriverlo. Ma meglio sarebbe a vederlo con gli occhi piantato in terra, che non dipinto né scritto in carta. I cristiani che in queste Indie sono, lo chiamano l'albero delle saldature o consolidature, e con molta ragione, per quello che s'è molte volte veduto e isperimentato della sua proprietà ed effetto. E cosí si procederà poi all'altre cose di simili materie che in questo libro a dire s'hanno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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