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      Dell'albero o pianta con la quale saldano le rotture che accadono nella persona dell'uomo.
      Cap. I.
     
      Sono in questa isola Spagnuola certi alberi, che si veggono communemente in queste isole e in terra ferma, e ve ne sono molti e molti; e sono spinosi, e di tal sorte che alla vista non si può offerire arbore né pianta alcuna di maggiore selvatichezza. E per quel che si vede delle sue fattezze, io non so risolvermi s'egli si sia albero o pianta. Produce certi rami pieni di certi costoli ampii e contrafatti e brutti, d'assai mal garbo e vista e ben grossi e spinosi, i quali rami furon foglie prima o costoli, perché da ciascuna foglia o costolo nascono altre simile foglie, e da queste poi anco altre simili; sí che le foglie o costole istesse, poste e nate di lungo l'una sopra l'altra, sono i rami. Egli è in effetto di tal garbo e maniera questo albero, che io tengo assai difficile poterlo dare ad intendere per scritto, e bisognerebbe dipingerlo qualche eccellente pittore e con appropriati colori, perché si potesse con l'occhio su la carta discernere meglio che io non penso che si possa dalle mie parole cavare, come degli altri alberi fare si puote. Onde non mi pare che si possa alla tanta sua selvatichezza altro nome piú al proposito dare, che mostro della specie degli alberi.
      Tolgono ai costoli o foglie di questo albero le spine acute che vi sono, e poi ne pestano o intondono alcuna, e la pongono in un panno di lino a modo d'empiastro, e la legano poi in una gamba o in un braccio rotto, avendovi però prima riposti gli ossi rotti a loro luogo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Spagnuola