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      Per tanto, quel di piú che si può dire del bambagio o cottone, si lascia per dirsi nella seconda parte di questa Naturale e generale istoria dell'Indie.
     
     
      Delle fico dell'inferno che in questa isola Spagnuola sono.
      Cap. VI.
     
      Le fico che chiamano dell'inferno sono molto comuni e ordinarie in tutte queste isole e in terra ferma. Queste fico sono dai medici, dagli aromatari e dagli erbolari chiamate catapuzia maggiore. Non so io che proprietà nella medicina s'abbiano; ma ve ne è qui tanta copia che occupano ogni cosa, e non ne vorrebbono tante per li campi quante ve ne sono, e molto meno ne vorrebbono avere in questa città, dove fin dentro i cortili delle case e per tutto ne è gran quantità.
     
     
      Delle canne e delle cannuccie di questa isola Spagnuola.
      Cap. VII.
     
      Sono in questa isola molte canne massiccie e grosse, e molte di loro alte come aste di lancie, e alcune piú alte che piche: ma, come ho detto, sono massiccie tutte, e sono buone per gli edifici delle case degl'Indiani, e se ne servono anco i cristiani in molte cose. Ne sono ordinariamente in questa isola e in tutte queste Indie. Il terreno dove queste canne nascono è fertile e ottimo per seminarvi il grano o maiz degli Indiani, e tutte quelle altre cose per le quali coltivano e procurano il terreno. Vi sono medesimamente nei laghi e paludi, e in molte costiere delle riviere di questa isola molte cannuccie o carecci, che sono sottili come calami, e ne fanno gl'Indiani caribi le lor freccie. Con questi anco ne adornano le case loro, e ne fanno gentili lavori e di bella vista.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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