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      Io ho molte volte in terra ferma mangiato di questi animali, ed è un buon mangiare. E, come persona che n'ho fatta la esperienzia, voglio avisare coloro che in questi luoghi leggeranno (se vi mancaranno Indiani, come già vi mancano) del modo e dell'arte che hanno a tenere per cuocere e conciare l'ova della iuana; perché ritroveranno per vero che, volendo fare di queste ova una frittata o pur cuocerle fritte intiere, non si potrà mai cuocere con olio o con butiro, ma con gettarvi un poco d'acqua sí bene invece dell'olio. E questa è cosa provata e certa.
      Fa alle volte una iuana quaranta e cinquanta ova e piú, e sono queste ova buone e di buon sapore, e hanno dentro il rosso e il bianco come quello delle galline, salvo che la loro scorza è sottile; e le maggior ova della iuana sono quanto una noce o meno, ma tonde. Pietro Martire nel suo libro dice che queste iuane sono simili al cocodrillo, che è animale del fiume Nilo. Ma egli vi s'ingannò, perché queste iuane non sono maggiori di quello che ho detto di sopra, e io le ho vedute da che son cosí picciole come è un deto, finché sono grandi quanto ho detto che essere piú possano. E ho vedute molte delle picciole passare a noto per li fiumi e per li ruscelli, e delle grosse andare sotto acqua, e n'ho anco molte volte mangiato; là dove i cocodrilli sono grossi animali, e di differente forma e maniera e colore da queste iuane, senza molte altre particolarità che anco differire li fanno. Meglio averebbe adunque Pietro Martire detto che fossero cocodrilli, o della loro spezie, i lacertoni grandi di terra ferma, che maggior somiglianza e conformità v'hanno, come si dirà al suo luogo: poiché né l'uno né l'altro hanno lingua e sono amendue grandi animali.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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