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      Degli uccelli che si veggono per lo mare nel viaggio che si fa andando e tornando di Spagna a queste Indie, e di quelli che nelle caravelle si prendono.
      Cap. I.
     
      Quando si viene di Spagna a queste Indie, si veggono per tutto il viaggio certi passeri neri che volano mirabilmente, e vanno quasi radendo l'onde del mare. È cosa strana a vedere la loro velocità e destrezza nel volo, quando s'alzano o s'abbassano l'onde, ancorché vada il mare assai tempestoso e bravo, nel volere essi prendere quelli pesci volatori de' quali s'è nel precedente libro detto, o pure altri pesci. Questi uccelli, quando vogliono, si pongono e fermano su l'acqua, e poi quando lor piace s'alzano e ritornano a fare le caccie loro. Questi sono piccioli uccelli, e i marinai li chiamano patini. Si veggono medesimamente in questo viaggio certi uccelli bianchi, grandi quanto colombi torquati o maggiori. Volano incredibilmente, e hanno la coda longa e forte sottile, e perciò li chiamano coda di giunco. E il piú delle volte si veggono a mezzo cammino di questa navigazione, o poco piú della metà del cammino venendo verso queste parti. Ma, per quello che ogni uomo ne dice, questi sono uccelli di terra; e io cosí lo credo, perché tutti gli uccelli ch'hanno ad essere di terra è di necessità ch'abbino a nascere e ad allevarsi fuori dell'acqua. Alcuni di questi uccelli non son del tutto bianchi, ma vi hanno mischiato un certo color berrettino, e hanno la coda come palomba, ma alquanto piú corta e tonda, e nella metà di lei esce fuori dell'altre una penna sottile e piú d'un palmo longa, e quando volano pare che la coda sia tutta una penna longa: e per questo li diedero il nome che essi hanno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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