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      E ben sapeva Plinio che tutti gli uccelli che hanno grandi ale hanno il corpo picciolo, poiché cosí nel decimo libro, lo diceva.
      Si ritrovano anco certi altri uccelli nel mare Oceano, che si chiamano passeri grossoni, e sono minori che gaviotte, e hanno i piedi come anatre e si posano quando vogliono nell'acqua. Si ritrovano venendo di Spagna, quando le navi sono a cento leghe e meno lungi dalle prime isole di queste Indie che si sono dette di sopra. Se ne vengono questi uccelli nelle navi e si pongono su le gabbie e su l'antenne, e sono cosí grossolani e sciocchi, e tanto aspettano, che lo prendono spesse volte con mano o con un laccio posto nella punta d'un dardo o d'altra asta corta. Sono neri, e sopra questo colore hanno la testa e le spalle d'una piuma berrettina oscura. Non sono buoni a mangiare, e fanno gran gonfio con le penne, rispetto alla lor poca carne. I marinari li scorticano e li mangiano poi o lessi o arrosti. Quando stanno con le penne sono cosí grossi quanto è un palombo, ma dapoi che sono spelati restano assai piú piccioli che una palomba spelata. Hanno l'ale lunghe, e sono questi uccelli di due spezie, perché una ne hanno le piume che ho dette, l'altre l'hanno di color berrettino pendente al nero, e hanno berrettina la fronte e nero il becco e gli occhi e le gambe e i piedi; ma il becco l'hanno alquanto lungo e sottile. Io ho mangiato di questa seconda spezie d'uccelli e sono buoni, ma li bisogna scorticare prima, benché qualche odore di pesce abbiano. Sono cosí semplici che accade molte volte che, cavando l'uomo un braccio fuori della nave, essi nella mano istessa si pongono, essendo di notte, perché credono che sia qualche legno: e perciò gli posero questo nome di grossolani.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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