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      Questi servitori di casa in presenzia mia gli posero nella boccia un saio d'un paggio ben pieno di falde e di maniche grandi: e non era questo uno de' maggiori alcatrazi, perché non era vecchio. E questa è cosa qui molto nota, che nella boccia di uno di questi uccelli cape una cappa che sia logora alquanto, o quell'altro che io ho detto di sopra. E quando gli ammazzano gli ritrovano nel ventre il pesce che mangiato avevano, o pure essi, essendo feriti, lo ributtano fuori, e alcuna volta è tanto questo pesce che ne potrebbono largamente mangiare due e tre uomini. Alle volte i cristiani hanno per necessità mangiato di questi uccelli, e non lo tengono per buon cibo, perché sanno di pesce e hanno molto l'odore del mare.
     
     
      Degli uccelli notturni che in questa isola Spagnuola sono.
      Cap. VII.
     
      Sono in questa isola certi uccelli maggiori che rondononi, ma hanno l'ale e il volo di una medesima sorte, e con la medesima velocità e maniera d'andare su e giú per l'aere come i rondononi stessi. Ma non escono né si veggono se non al tempo che il sole pone e va giú sotto l'orizonte, e qualche volta quando il sole non pare per ritrovarsi nubiloso il cielo, e medesimamente anco poco innanzi che il sole s'asconda, nella guisa che fanno i vespertelli; e poi vanno tutta la notte, e di tempo in tempo qualche volta stridono a un certo modo che si fanno udire di lontano. Io non so come gl'Indiani in questa contrada li chiamino, ma io ho veduti molti di questi uccelli in terra ferma, salvo che nelle penne sono da questi differenti alquanto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Spagnuola Indiani