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      E perché la lor diligenzia si conosca, e quello che può il lor continuo uso fare, dico che, ancorché per una pietra durissima passino, vi fanno a longo andare un segno, che assai chiaro si conosce e vede il cammino che fanno. Ma perché di queste e d'altre formiche sarà molto che dire nella seconda parte, dove si scriveranno le cose di terra ferma, passiamo ora avanti a ragionare di quello che a quest'isola Spagnuola tocca quanto a questa materia di simili animali insetti.
     
     
      Della scolopendria, o cento piedi che chiamano, e delle differentie varie maniere di questo animale, e delli vermi di molti piè.
      Cap. II.
     
      In questa isola Spagnuola sono molte maniere di scolopendrie o cento piedi, perché vi sono alcune sottili e lunghe un deto, e di quella sorte che sono quelle di Spagna, ma queste mordono e danno gran dolore. Ve ne sono altre piú corte, ma piú grosse e pilose e con la testa rossa, il resto tutto dipinto, e sono piú venenose e cattive. Alcune altre, ancorché siano dipinte e pilose, hanno la testa nera, con certe liste nere da lungo a lungo, e queste si tengono per le peggiori. Vi sono anco molti altri vermi e di differenti maniere e con molti piedi, ma questi vanno presto via, perché non vengono se non quando piove e fa piú caldo del solito; onde, mancando quel caldo, non appaiono essi piú. Ma, mentre che durano, si mangiano i maizali e fanno danno nelle possessioni. Vi sono certi altri vermi, lunghi un mezzo deto e sottili e di molti piedi, e rilucono forte di notte, e fanno appresso di loro l'aere chiaro dovunque passano, e si veggono 50 o 100 passi lontani; né tutto il verme risplende, perché solo nelle giunture onde escono le braccia del corpo rilucono, ma questo loro splendore è chiaro molto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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