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      Certi altri vermi vi sono anco, assai alli già detti somiglianti e quanto alla grandezza e quanto al rilucere che detto s'è, ma vi è questa gran differenzia, che la testa di questi anco riluce, ed è questa chiarezza della testa come d'una viva, accesa e rossa bragia. Io ho in questa città di S. Domenico veduto molte volte alcune scolopendrie o cento piedi lunghe un palmo o piú e larghe un deto, che certo è una cosa spaventevole e da temerne veggendole. Sono pilose, e hanno certe liste di color leonato donde lor escono le gambe, le quali insieme con le corna sono leonate, e il corpo è d'un colore piú oscuro. Non ho sentito lamentare niuno che questo animale morda, ancorché di mala vista sia, e io non vorrei vederlo, perché, ancorché non faccia danno, pare che non se ne possa sospettare se non male, e che abbia a fare peggio che gli altri vermi. Questo si ritrova spesso per le case di questa città ma, come ho detto, non ho ancora udito niuno il quale da esso sia stato morsicato.
     
     
      Delle vespe e scarafoni e mosche e simili.
      Cap. III.
     
      Ben sarebbe stato ragione che prima d'ogni altro si fosse in questo libro ragionato delle pecchie, poiché sono uno animale cosí utile e cosí segnalato al mondo, percioché il mele e la cera che se ne hanno sono cose cosí necessarie e degne nell'uso della vita umana. Ma non se ne è fatta menzione perché in questa isola Spagnuola non ve ne sono, e non ve lo ho io veduto né inteso dire che ve ne siano. In terra ferma ne sono bene molte e di molte maniere, cosí nella forma e fattezza dell'animaletto istesso come nella varietà del sapore e del colore del mele e nella differenzia della cera; onde, quando di quelle contrade si tratterà, se ne dirà tutto quello che io ne ho veduto, che è molto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





S. Domenico Spagnuola