Pagina (927/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E in questi luoghi piú non se ne vedeva niuno, fuori che in alcuni fanciulli che qui nascono figliuoli di cristiani, perché gli Indiani ne avevano e hanno molti, cosí nella testa come nel corpo. Dissi anco che nel ritornare verso Europa, quando a quel segno istesso dell'isole degli Astori giungevamo, ritornavamo a ricuperare nella persona questi animaletti, a punto come se ivi aspettati ci avessero, e se ne caricavano tanti sopra che con molto affanno bisognava rimediarvi, per ritornare a starne netti, mutandoci spesso camicie nette e usandovi ogni diligenzia possibile. Quando io questo scrissi l'aveva esperimentato in me stesso e vedutolo in altri medesimamente, tutte quattro le volte che io aveva il mare Oceano passato. Io allora dissi il vero e quello che veduto aveva, ma ora ho fatto otto volte questo cammino, perché dapoi venni a queste Indie e ritornai in Spagna, e poi ritornai a questa città di San Domenico e poi andai in Spagna: e in questa ultima e penultima volta ho io altramente che come l'altre veduto, perché per tutto il cammino non mi mancarono mai di questi animali, e in tanta quantità che era un gran fastidio e travaglio.
      Io non so in che consista questo secreto, o se questa calamità s'è arrischiata di fare anche essa questo cammino, o pure se ne sono i tempi cagione, perché io viddi un tempo che non era necessario il ventaglio in questi luoghi mentre si mangiava, e ora bisogna che tutto l'anno si tenga in mano, per la gran copia delle mosche che vi sono; e come vi sono queste moltiplicate, cosí vi debbono avere fatto anco quegli altri animaletti sporchi de' quali ragionavo, e de' quali si crede che non possa scampare animale che abbia pelo, fuori che l'asino e la pecora.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani Europa Astori Oceano Indie Spagna San Domenico Spagna