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      Furono a vista l'un dell'altro quasi al ponere del sole, e i nostri con alcune leggieri scaramuccie si fortificarono negli alloggiamenti. Gl'Indiani, che con tanto ardimento li viddero venire e con animo cosí pronto di combattere, cominciarono a tentare di potere presto porli in fuga o vincerli, ma i nostri, sofferendo e mantenendosi, a dispetto degli inimici accamparono nel forte loro. E benché alcuni Indiani leggieri e animosi venissero a tentare la battaglia, i nostri nondimeno si stettero saldi e con molto ordine, e se alcuno de' giovani nostri usciva, avendo fatto qualche bel tiro di balestra o d'arma inastata, se ne ritornava nel suo battaglione. E cosí si temporeggiarono, aspettando l'uno che l'altro desse alla battaglia principio; ma ne seguí questo, che un scoppettiero de' nostri mandò a terra con un tiro un Indiano, e si credette che dovesse essere qualche uomo principale, perché tosto gl'Indiani si perderono d'animo, e si fecero alquanto a dietro con l'esercito loro, dove con lo schioppetto non si giungesse. E cosí, quando la notte fu bene oscura, il governatore si ritirò con tutte le genti, ancorché contra la volontà e parere d'alcuni, perché parea che ricusassero per timore la battaglia. Ma a lui pareva che era un tentare Iddio il volere con tanta moltitudine combattere e porre a cosí gran rischio i pochi, perché a guerra longa avrebbero meglio fatto i fatti loro. Al che come prudente capitano mirò, per lo effetto e successo che se ne vidde appresso.
     
     
      Come Giovan Ponze andò a discoprire in terra ferma nella costiera delle isole di Bimini e ritrovò l'isola Bahama; e degli altri governatori che furono nell'isola di San Giovanni.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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