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      E con gl'Indiani amici aveva tanto conoscimento quanto ve ne aveva uno uomo, né gli faceva male alcuno; e fra molti di questi domestici conosceva un indiano bravo, e non parea se non che avesse intelletto e giudicio d'uomo, e non di uomo grossolano. Onde, come ho detto, guadagnava una paga e mezza per suo padrone, come si dava ad un balestriero, in tutte l'imprese nelle quali il cane si ritrovava. Pensavano i cristiani che in condur questo cane conducessero doppio numero di gente, e piú animosi andavano: e certo che con ragione, poi che piú temevano gl'Indiani il cane che non i cristiani, perché, come piú destri nel paese, de' Spagnuoli potevano fuggire, ma non dal cane, del quale restò eccellente razza nell'isola, e alcuni de' figli suoi in queste cosí fatte cose l'imitarono molto.
      E io ne viddi in terra ferma un figliuolo chiamato Leoncico, ch'era dell'adelantado Vasco Nugnes di Balboa, e guadagnava medesimamente una parte e alle volte due, come i buoni soldati, e se gli pagavano al detto Vasco in oro e in schiavi. E come testimonio di vista so che li valse in piú volte piú di 500 castigliani, che li guadagnò. Ma era una cosa rara, e faceva tutto quello che di suo padre s'è detto.
      Ma, ritornando al Bezerillo, i Caribi finalmente l'ammazzarono, conducendolo il capitano Sancio d'Arango, il quale per cagione di questo cane scampò dal mezzo degl'Indiani, ferito e combattendo tuttavia con loro, perché il cane si gettò a nuoto dietro un Indiano, e fu cagione che il capitan Sancio e altri cristiani si salvassero; ma un altro Indiano che era fuori dell'acqua tirò una freccia avelenata al cane e lo fece perciò tosto morire.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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