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      Quelli che avevano piú vive e mobili le lingue che non travagliate le persone nel conquisto di quella terra, e che come sagaci e maligni procuravano che fussero senza guiderdone lasciati coloro che lo meritavano, perché a sé e agli amici loro si desse quello che altrui dare si doveva; sí che diedero molti memoriali maliziosi a' giudici di quella che fare dovesse e di che doveva esso fare il contrario. Li dicevano: "Avertite, signore, che i tali e i tali sono contadini e a pena sanno lavorare la terra, e i tali e i tali sono vili e di bassa condizione". Ma quelli che queste accuse davano, meglio averebbono fatto a ricordarsi che essi con piú verità le meritavano che non quelli a' quali l'attribuivano e de' quali mormoravano, poiché i virtuosi gesti e i servigi segnalati di coloro meritavano altro che parole, avendo alle lor proprie spese e senza soldo alcuno conquistata l'isola, con spargiere molto del proprio sangue e molto piú di quello degli inimici. E a quelli pochi che vivi restati ne erano (che non erano la metà de' veri conquistatori dell'isola) non era stato né fu dato cosa alcuna da potere sostentarsi, fuori che parole e vane promesse, perché questo licenziato offerse di dovere fra loro compartire gl'Indiani (come sarebbe in effetto stato piú giusto che avesse fatto che non come fece), ma poi fece tutto il contrario, e li diede a chi esso volse e non a chi averebbe dovuto.
      Questo licenziado fu il primo che entrò in quella isola, senza il quale e senza gli altri che poi vi furono come persone letterate fu sempre meglio governato quel paese, come si vidde chiaramente in Cristoforo di Mendoza, poiché non fu persona che si querelasse di lui, anzi lo pianse tutta l'isola quando li fu tolto il carico di quel governo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani Cristoforo Mendoza