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      L'isola di Cuba è molto ricca d'oro, e vi se n'è cavato molto. Vi ha molto rame e buono, perché, senza che la cosa è assai chiara, pochi mesi sono che uno Alonso del Castello, nativo di Iepes, terra di Toledo e ramaro, di cinque cantara della vena del rame, che ne fece l'esperienzia, ne cavò tre: e diceva costui che era assai meglio a lavorare questo rame che non quanto ne aveva mai altrove veduto. Questa vena o minera sta in un monte, tre leghe longi dalla città di S. Giacomo.
      Ritornando a seguire dell'altre cose, dico che in quella isola le vettovaglie e biade di quelle genti sono quelle stesse dell'isola Spagnuola, e il medesimo modo vi tengono nelle cose della agricoltura, e vi sono le medesime piante, frutti e legumi. E vi furono quegli stessi animali di quattro piedi, e al presente ve ne sono anco certi altri, che sono maggiori che conigli e hanno della medesima maniera i piedi, salvo che la loro coda è come d'un sorice longa, e il pelo irto come d'un tescion, che è come volpe. Il qual pelo loro tolgono, ed essi restano bianchi e buoni a mangiare. Si prendono fra quelle piante che sono nel mare, dormendovi sopra, perché pongono le canoe sotto l'albero, il quale scotendogli fanno cadere nell'acqua; onde vi si gettano tosto dalla canoa gl'Indiani a nuoto e ne prendono molti. Chiamano questo animale guabiniquinax, che è come una volpe, e della grandezza d'un lepore, e di color berrettino misto con vermiglio, e con la coda ben pilosa e con la testa come di martora o di donnola.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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