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      E perché ad ogni passo l'acque eran piú basse o secche sorsero, e il pilotto maggiore entrò in una barchetta per vedere se quinci uscita alcuna era, e parendoli che non vi fosse, né di poter andar piú avanti, se ne ritornò alla caravella e disse che ivi era poca acqua, e che in alcuni luoghi non ve ne avea ritrovato piú che un braccio, onde pensava che fossero seccagne e forzieri che giungessero alla terra ferma. Il capitano fece unire tutti i pilotti insieme, i quali, doppo d'avere ben discusso il caso, deliberarono per comune parere e come cosa piú secura di ritornarsi onde venuti erano, perché era meglio ad aggirare la terra dalla banda di tramontana. Il capitano pose nome a questo luogo il porto dell'Ascensione, perché nel dí di questa festa giunti vi erano. Alli 15 di maggio, usciti da quel luogo volteggiando, sorsero presso certi forzieri o seccagne, perché sopragiunse loro la notte. La domenica seguente con molto travaglio fornirono di uscire da quelle secche, e seguirono il camino loro costeggiando l'isola di Iucatan. Il lunedí, verso il tardi, viddero una ponta, dove erano due edificii come due torri, ma l'una era ampia, l'altra fatta a modo di cappella o come un campanile, sopra quattro pilastri assai bianchi. Vi erano anco certi altri edificii. La contrada, da quella parte onde le navi venivano fin agli edificii, era piana, ma di là in poi era alta. Qui sorsero le navi. Il lunedí mattino navigarono oltre, e la notte dietro a quella ponta sorsero. Il martedí seguirono costeggiando e navigando assai presso terra, e viddero un ridutto come una foce, e parea che facesse due isole.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Ascensione Iucatan