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      E gl'Indiani incominciarono ad uscire dalla terra fra quegli alberi, in gran numero e senza comparazione piú di quelli del giorno avanti, e armati tutti nel modo che s'è detto di sopra. E fra tutti costoro se ne fecero due avanti e cominciarono a fare segno a' nostri con mano che s'andassero via e non stessero piú dove stavano, e l'un di loro si fece piú innanzi con un lume acceso, il quale pose sopra una pietra, dicendo certe parole in lingua sua; poi se ne ritornò a dietro dove gli suoi erano. Dimandò il capitano all'interprete che cosa si fosse quella, ed egli disse che era guaimaro che agli idoli loro offerivano, e li facevano orazione pregandoli che li facessero vittoriosi contra i cristiani, e che questo solevano farlo ogni volta che volevano dare la battaglia, onde, tosto che quel lume si fornisse d'ardere, senza alcun dubbio attaccarebbono la zuffa. E cosí a ponto fu poi, secondo si vidde. Il capitano mandò il suo interprete a dire agl'Indiani che non volessero simile cosa fare, poiché esso non aveva fatto loro male né danno alcuno, e che si stessero saldi, perché quel dí verso il tardi s'andrebbono tutti con Dio. E a questo modo ne li richiese molte volte, come aveva il giorno avanti fatto. Allora vennero tosto nel campo nostro certi Indiani con alcune galline e le donarono al capitano, che le ricevette e fece a coloro carezze, e disse che portassero dell'altre, che gliele averebbe pagate bene. Ma, stando in questo, si forní d'ardere quella cosa accesa, e tosto gl'Indiani che stavano presso al bosco incominciarono a fare motivo, e quelli che erano col capitano nostro se ne andarono subito dove erano gli altri loro, e cominciarono tutti a fare gran gridi e fischi e a tirare molte pietre e frezze.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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