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      E quel dí stesso vennero certi Indiani in una canoa, con le loro arme ivi dentro, e nella proda veniva un Indiano principale che comandava agli altri, e portava imbracciata una bella rotella coverta di vaghe piume di varii colori, e nel mezzo vi era una patena tonda che riluceva come oro, che già oro era. Il capitano Grigialva ordinò al suo interprete che parlasse a coloro; ma egli rispose che non sarebbe inteso né esso intenderebbe loro. E cosí il capitano li disse che parlasse al Pero Barba, perché li fosse con quelli della canoa interprete, poiché costui doveva la loro lingua intendere. E cosí si fece, e per questa via fu fatto intendere agl'Indiani che i cristiani volevano esser loro amici, e venivano a barattare con loro e darli di quello che essi portavano. Allora si partí tosto la canoa; e verso il tardo del dí ritornò quella istessa, o un'altra che fosse, con quel medesimo capitano indiano e altri che il legnetto conducevano. S'accostarono al bordo della nave, e per mezzo degli due interpreti, che l'un riferiva all'altro, il capitano Grigialva e quegli Indiani s'intesero e fecero i loro baratti.
      Le cose che il capitan nostro fece dare a questo Indiano principale e agli altri che seco erano furono queste: una medaglia, un specchio indorato, due filze di paternostri verdi di vetro, un paio di forfice, e un paio di coltella, una berretta senza pieghe di frisa, quindeci diamanti azurri (che sono certi cannelli di vetro quadri, grossi quanto un pignuolo) un paio di scarpe di corde, venti paternostri di vetro dipinti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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