Pagina (1058/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Disse anco che sapevano tutti come in quella armata erano 150 uomini, di piú delli marinai, e che per aggirare solamente Iucatan e discoprire l'altre isole bastavano venticinque o trenta persone per caravella, con li marinai necessarii; e che, per essere tutti gli altri soverchi, li pareva che si dovesse con tutto il resto delle genti mandarne in Cuba una delle caravelle, chiamata la Trinità, che non stava atta a potere molto piú navigare perché faceva molta acqua, e a dare relazione di quello che s'era fatto e discoperto, e a menarne anco via gl'Indiani che avuti avevano, che cosí sarebbono restati gli altri tre vasselli piú liberi, e piú loro durate le vettovaglie sarebbono. Di questo stesso parere erano gli altri capitani e persone principali dell'armata.
      Il pilotto maggiore rispose che esso, come aveva già detto, dava per aggirata l'isola di Iucatan, e che tenea per terra ferma quell'altra contrada che vedevano, per li gran monti che vi erano, fra li quali ve ne vedevano anco uno pieno di neve, e per li gran fiumi, e molti d'acqua dolce, che costeggiando avevano veduto uscire nel mare, e per le differenti e varie lingue che fra gl'Indiani veduti avevano, perché in ogni provincia variamente parlavano; e che per tutti questi rispetti li pareva che non dovessero passare avanti, tanto piú che diceva che era quella costiera pericolosa, ma che dovessero volgersi a cercare altre terre nuove, perché era un perdere di tempo pensare d'aggirare quella terra e consumarvi quante vettovaglie avevano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Iucatan Cuba Trinità Indiani Iucatan Indiani