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      Sí che non volevano altramente andarvi, e se pure andar vi conveniva non volevano ordine alcuno serbare, ma vendicare i cristiani già morti al capitan Francesco Hernandes, e attaccare fuoco a quella terra e darle un castigo che se ne ricordasse per sempre, perché pensavano non lasciarvi uomo in vita, se potevano tanto. Conoscendo il capitano questa volontà de' suoi, e che non averebbe potuto frenarli se incominciato avessero, diede ordine che si ritornassero ad imbarcare tutti. E cosí si fece, ed esso si restò nella isoletta per andarne con le ultime barcate. Gl'Indiani, veggendoli andar via, si ponevano fino al petto nell'acqua co' loro archi in mano, e alzando gran gridi si mostravano fieri e tiravano le lor frezze il piú che potevano, con gran ferocità e ardire. Ma perché la disposizione del luogo non era tale, né la volontà del capitano era d'aspettare né di fermarsi, quando furono tutti imbarcati fecero vela a' 3 di settembre il venerdí, e la domenica a sera poi giunsero a vista del popolo di Lazaro, dove deliberavano di prendere acqua, perché ne stavano in necessità, e la riviera che seguiva appresso non era stata scoverta, e non erano certi se vi avessero dovuto acqua ritrovare.
      Fece adunque il capitano smontare in terra una parte delle genti, con quattro tiri di polvere e con li balestrieri e schioppettieri, stando le caravelle sorte mezza lega in mare. Si fecero tosto innanzi alcuni Indiani senza arme, che col deto accennavano dove l'acqua fosse; e quando i nostri ivi giunti erano, coloro piú avanti col deto mostravano che l'acqua fosse; giunti anco dove la seconda volta accennato avevano, dicevano che l'acqua piú avanti stava.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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