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      E giunti ivi non ve la ritrovarono, anzi si ritrovarono nel mezzo d'un aguaito, perché uscirono da una imboscata piú di 30 Indiani, con le lor freccie, rotelle e lancie e ben armati all'usanza loro, e cominciorono a trar le loro freccie, e volevano prendere in mezzo e circondare i nostri, i quali allora tirarono 2 o 3 tiri d'artiglieria. E gl'Indiani, se ben fuggivano, ritornavano nondimeno poi dietro a' cristiani con le lor freccie. I nostri, che ingannati si viddero, se ne ritornarono al lito verso le barche loro. Quando il capitano Giovan di Grigialva vidde da su le navi ritornare a quel modo i nostri a dietro, smontò tosto col resto delle genti, e mentre che egli smontava tirarono i cristiani un'altra volta l'arteglieria, e cosí gl'Indiani cessarono e non s'appressarono tanto, e cosí il capitano ebbe tempo di giungere con tutti gli altri, e dormí quella notte in terra. E il dí sequente stettero medesimamente a quel modo, e il terzo dí anco, e presero tutta l'acqua che volsero e la posero in nave. Vi posero anco del maiz, che presero dal campo, dove ne era gran copia, accioché, se per disgrazia fossero lor l'altre vettovaglie mancate, avessero avuto dove ricuperarsi finché a Cuba giungessero, che già in effetto poca provigione loro restata era.
      Montati su le caravelle tutti i nostri, agli otto di settembre fecero vela da quel luogo, ma perché non avevano il tempo buono, s'andavano le caravelle temporizzando e ritornavano a dare la volta in terra; e a questo modo andarono volteggiando fino agli undeci di settembre, che al porre del sole viddero una terra nuova, come seccagne, onde, perché era già tardi e l'aere si faceva oscuro, s'allontanarono da quel luogo, e volteggiarono la notte la volta del mare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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