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      La mattina seguente, che era domenica, ritornarono verso quella terra per vedere che cosa era, e non vi viddero altro che quelle seccagne, onde il pilotto maggiore disse che quelli doveano essere forzieri e scogli sotto acqua di qualche isola nuova che ivi presso essere doveva. E poiché le seccagne stavano di traverso al viaggio loro, bisognò che ritornassero a dare la volta verso Iucatan, percioché non potevano indi passare avanti, e si ritornarono fino a vista della costiera di Iucatan, e s'accostarono a terra piú su del fiume che chiamano delli Lacerti, dove dicono il Palmaro; e indi costeggiando l'isola seguirono il camin loro fino a' 21 di settembre, e attraversarono da una terra chiamata Comi, secondo che gl'Indiani dissero, percioché, avendo poca acqua, deliberarono di attraversare al diritto la volta di Cuba, rimettendosi del tutto nella volontà di Dio, perché il tempo non era buono né speravano che si dovesse di corto conciare.
      Navigando adunque a questo modo alli 29 di settembre, che fu il dí di Santo Angelo, ebbero la mattina a vista l'isola di Cuba, e ne viddero quella parte che si chiama il Marien. Il dí seguente giunsero presso terra dirimpetto al porto di Carenas. Il capitano, per sapere se era giunto a salvamento il capitano Alvarado, che avea mandato inanzi, come s'è detto, smontò con alcuni pochi in terra ed entrò in una stanza di certi cittadini di San Cristoforo, e vi ritrovò che li disse che il vassello d'Alvarado era giunto a salvamento, ancorché con molto travaglio.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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