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      Egli si stette quella notte in terra, e volendo la mattina ritornare ad imbarcarsi non vidde le caravelle, e pensò che la corrente le avesse trasportate. Il perché, entrato nel suo battello con tutti i compagni che eran seco smontati, tutto quel giorno e la notte appresso navigò per la costiera, e la mattina dell'altro dí, che erano due d'ottobre, giunse presso al porto di Sciaruco in una stanza di Diego Velasco, dove smontato dimandò s'avevano vedute le caravelle; e inteso che no, mentre che qui si riposavano alquanto, le viddero venire, e cosí s'imbarcarono tutti. Ma perché era il tempo contrario, non poterono prender il porto di Matanza, e cosí volteggiando andarono ora a questo capo ora a quello fin al lunedí, che erano quattro di ottobre. E il capitano, perché la gente veniva molto stanca, fece prendere il porto di Sciaruco, dove a posta di sole entrarono. Il dí seguente smontò tutta la gente in terra e ciascuno se n'andò, chi a una parte chi ad un'altra, salvo che alcuni che col capitano restarono, e s'imbarcarono con lui nella caravella minore, chiamata Santa Maria delli Rimedii, e passarono navigando al porto detto Cipione e indi a quel della Matanza, dove agli otto del mese giunsero, e il sabbato appresso vi giunsero due caravelle. Qui ritrovarono il capitano Cristoforo d'Olit, che aveva già Diego Velasco mandato, con una nave fornita di gente armata, d'artiglieria e vettovaglie, a cercare dell'armata del capitan Grigialva; e diceva essere giunto all'isola di Cozumel e averne preso il possesso, credendo che non fosse stata ancora scoverta, e che aveva poi costeggiata la terra di Iucatan dalla banda di tramontana, e che era giunto ad un porto che si faceva nel capo di quella contrada, che, secondo i pilotti dell'armata dicevano, doveva essere un porto che sta fra Iucatan istesso e 'l Porto Desiato; e che, non avendo ritrovato vestigio né nuova dell'armata, e medesimamente perché aveva perdute l'ancore e non aveva buoni capi, se ne era ritornato all'isola Fernandina ed era in quel porto della Matanza otto dí avanti giunto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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