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      Ma non può niuno fuggire quello che gli sta ordinato e apparecchiato da Dio, e l'ufficio del mondo si è che un cacci dalla macchia il lepore e un altro l'ammazzi. E non senza cagione disse quel poeta Serafino dell'Aquila in un suo sonetto: "Chi sparge il seme e chi ricoglie il frutto".
      Ora, comunque questo si passasse, dico che Diego Velasco, quando deliberò di mandare Fernando Cortese con l'altra armata, non aveva ancora avuta nuova alcuna di Giovan di Grigialva, né della caravella che avea mandata con Cristoforo d'Olit a cercarlo: onde nell'instruzioni che diede al Cortese caldamente gli ordinò e l'incaricò che il cercasse, e che vedesse medesimamente dove fosse con l'altra caravella andato Cristoforo d'Olit, e si forzasse di ricuperare ogni modo in Iucatan sei cristiani, che uno Indiano dicea che vi erano già restati d'una caravella che s'era in quella costiera perduta. Questo Indiano, chiamato Melchior, era stato molto tempo co' nostri, e perciò il Velasco il mandò con l'armata del Cortese perché gli servisse per interprete.
      Queste instruzioni e ordini furono al Cortese dati dal Velasco nella città di San Giacomo dell'isola Fernandina, alli 23 d'ottobre del 1518, davanti ad Alonso di Scalante, notaio publico e del consiglio di quella città. Posta adunque questa armata in ponto di gente, d'arme e di vettovaglie, e d'ogni altra provigione necessaria, passò Fernando Cortese alla Nuova Spagna, con sette navi e tre brigantini che il Velasco li diede. Ma l'anno sequente del 19, essendosi il Cortese insignorito d'una parte di terra ferma, non si curò piú di Diego Velasco che lo aveva mandato, né pensò di dovergli altramente dar conto di quello che fatto aveva, ma mandò al'imperatore nostro signore una relazione delle cose che vedute e fatte avea, con molte mostre e gioie d'oro e vaghe piume, e con un presente assai ricco di cose assai belle a vedere e di pregio.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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