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      Io non scrivo per passare questi geli delli mormoratori senza proposito, ma per andar al pascolo della obedienzia, per servirne a Dio e al mio re, per cui ordine in questa materia mi occupo: e perciò penso di poter passar sicuro e senza calumnia, quanto al frutto dello scrivere cose certe e vere. Nel resto confesso che altri saprebbono meglio di me farlo, occupandovisi e veggendole, non infin dalla Grecia, né dalle stufe o giardini che alcuni scrittori secondo i tempi ebbero per scrivere le loro composizioni riposatamente, perché in simili luoghi fruiscono i concetti degli studii e degl'ingegni loro. Ma le cose che qui si scrivono si notano con molta sete e fame e stanchezza, e nella guerra con gl'inimici, e nella pace contendendo con gli elementi e con molta necessità e pericoli; e chi qui le scrive il fa, ferito senza chirurgico, infermo senza medico né medicine, morto di fame senza avere che mangiare, morto di sete senza ritrovare acqua da bere, stanco senza potere ritrovare riposo, bisognoso del vestire e del calzare. E andando a piè chi saprebbe ben cavalcare un cavallo, e passando molti e gran fiumi senza sapere notare? Ma a tutte queste e altre infinite necessità supplisce la clemenzia di Dio, e dà industria e forza a' bisognosi di potere col suo favore uscirne, come per queste istorie potrà ciascuno che le legge vedere.
      E credami il lettore, che molti di quelli che vanno per questi luoghi e hanno tutte queste calamità isperimentate, e piú anco assai di quello che s'è detto, saprebbono ben combattere con li Turchi e danzare con le dame quando bisognasse, e farsi e nella guerra e nella pace onore; perché, se ben la necessità li conduce in questi esilii a vivere fra gente selvaggia, quella stessa li fa piú degni d'altri che piú ricchi nacquero e che vivono a gamba stesa, non sapendo già piú che gli altri della patria sua, e stando in molto riposo si danno ad intendere che infin da' loro delicati letti apprendono quello che non si può se non travagliando sapere, e si fanno beffe di quelli che, come valorosi e poco dati al guadagno, né a stare ballando nelle città né passano in queste peregrinazioni la vita loro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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