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      Onde si posero tutti in guardia, e comparendo la mattina seguente il corsaro presso all'isola, volse co' suoi battelli pieni di gente smontare in terra; ma fu loro vietato valorosamente, di modo che, non potendo i Francesi smontare, cominciarono a bombardare la città, e quelli della città contra di loro.
      Ma i nostri con molta destrezza e animo armarono tosto i suoi brigantini e barche, che n'avevano piú di 30, e postovi sopra molti Indiani arcieri, che con quella loro velenosa erba tirano, e alcuni tiri d'artiglieria, andarono a combattere la caravella inimica, che, benché molta artiglieria avesse, vi morirono 13 Francesi, e delli nostri solamente due. E con questo cessò la battaglia per allora, ma non cessarono già gli adversarii d'andare in volta, pensando con le loro galliche astuzie ingannare gli Spagnuoli.
      Ma tre o quattro Biscaini e Navarresi, che contra loro voglia con li Francesi andavano, in queste rivolte se ne fuggirono, e venuti in terra diedero notizia come quelli Francesi erano ladroni e venivano con pensiero d'impadronirsi di quella isola. Il che quando quelli della città intesero, deliberarono di morire o di porre a fondo quelli vasselli. Onde con molta diligenzia uscirono co' loro brigantini e altre barche che avevano a combattere il vassello picciolo delli nemici, e lo presero per forza d'arme, e vi guadagnarono la valuta di piú di 1500 ducati di roba; e vi furono fra morti e fatti prigioni 35 degli adversarii in tutto. Fatto questo, la nave non ebbe ardire d'aspettare e la seguirono finché la perderono di vista.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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