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      I cristiani accennavano e dicevano che averebbono voluto da mangiare. Gl'Indiani mostravano loro molte cose d'oro che portavano, e dicevanli se le volevano (perché tutti portavano circelli d'oro all'orecchie e maniglie piatte e collane e altre simili cose d'oro): e i nostri savii in questa parte dicevano non volerle. Gl'Indiani allora mostrarono loro Indiane giovanette ignude, come elle in quelle contrade vanno, e gliele davano: e i nostri né anco volsero prenderle. E in effetto, di quante cose loro mostre e offerte furono, non volsero niuna accettarne, se non solo quelle da mangiare. Veggendo gl'Indiani questo, deliberarono di non farli male né d'oltraggiarli a niun modo, e diedero loro da mangiare di quello che avevano, come era maiz e pesce e frutti che avevano.
      A questo modo adunque domesticamente stettero i nostri fra quelli Indiani piú di 50 giorni, perdendo ogni dí piú affatto la speranza che dovessero i loro marinai ritornare. Onde [de]terminarono di fare una barca delle tavole della loro nave rotta, senza avere né serra né martello né ascia, né altra commodità necessaria per potere lavorarla. E pure, con tutte queste difficoltà, il meglio che poterono fecero una barca, male ingarbata e peggior lavorata, togliendo la pece dalli tavoloni rotti della nave e cavando la stoppa da dovunque la ritrovavano, e quelli chiodi che potevano, o ponendo in vece di chiodi zeppe di legni. In effetto tanto s'oprarono che fecero la barchetta e vi si posero tutti dentro, salvo che cinque o sei, che erano già morti d'infermità.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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