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      E ne era nochiero un Giovan Sances di Figueroa, col quale parlai io poi in questa città, e ne intesi l'estremo pericolo nel quale anco essi veduti s'erano: in tanto che il demonio non vuole solamente travagliare le genti di terra, che anco mi pare che travagli e molesti le navi e i naviganti. E perché quelli che non hanno navigato sappiano che questa non è cosa nuova al nostro comune adversario, scriverò nel seguente capitolo un altro caso di non minore pericolo, e dove il maledetto Lucifero non pose men diligenzia che nel già detto. Onde i buoni cristiani veggano quanto debbia stare sempre viva ne' cuori loro la memoria di nostra gloriosa Signora.
      Quello stesso che ho detto di queste tre navi mi raccontò medesimamente in questa città il nocchiero istesso Carregno, di cui era una di queste tre navi, e persona da bene e di credito, e chi piú in questo naufragio perdé. E perché questo caso è notissimo e publico, per li molti particolari di questa città che vi perderono quelle casse di zuccaro e altre mercanzie, non mi curerò di referire altri testimonii in questo caso. Questo solo dirò, che era grossa e stolta risposta quella delli demonii, quando a' nostri che chiamavano la Madre di Dio diceva: "Che ne volete fare, che ne volete fare?", perché doveano sapere che que' peccatori la chiamavano in quella tanta loro necessità per soccorso. Ma essi dicevano a quel modo per disturbarli e isviarli di chiedere quel cosí certo soccorso, che non mancò giamai a coloro che con tutto il core la chiamarono, come fecero costoro che meritarono d'esserne esauditi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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