Pagina (1183/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dicevano anco avere veduto venire certi pesci grandi come tonni o delfini, e afferrare con denti le cinte della caravella (che sono quelle tavole con le quali coprono le giunture del vassello) e distaccarle e tirarle fuori, onde di qua entrava tanta acqua che non se ne potevano valere, né sarebbe stato possibile salvarsi altramente che per miracolo e col favore della Madre di Iddio.
      Ho intitulato questo naufragio della caravella delle Tavire non perché fosse di queste donne il vassello, ma perché quanti ivi si ritrovarono tutti lodavano molto le lagrime e la devozione di queste due sorelle, e dicevano credere che queste fossero state gran parte a pregare Iddio e nostra Signora che soccorsi gli avesse. Qui si dee notare che il benigno Iddio ha cura d'ascoltare e difendere i peccatori e che non guarda a' peccati nostri, perché, se ben non erano tenute in tanta stima queste donne che si pensasse che dalla devozione loro fosse tanto bene dovuto risultare, nondimeno, perché il cibo di Dio è il cuore nostro, che esso meglio che niun altro il conosce e penetra e sa quale è giusto e qual peccatore, tutti coloro pensarono che queste fossero state esaudite da Dio e dalla sua pietosa Madre: onde pareva che ognun portasse fissa nel cuore una affezione e obligo grande a queste due donne, per intercessione delle quali credevano tutti avere salvata la vita.
      Il vedere la caravella, dove restò fuori e lontana dall'acqua, e cosí fatti scogli e balze fra lei e 'l mare, era certo cosa di molta maraviglia, e da fare chiaro vedere che, senza misterio e potere divino, era impossibile uscire dal mare da quella parte onde uscita si vidde.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Madre Iddio Tavire Iddio Iddio Dio Dio Madre