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      Onde, senza sapere dove si stessero, fuori di ogni speranza della vita si ritrovavano, né potevano governare il vassello, né servirsi dell'aguglia né del quadrante, né fare altra cosa per la salute loro che raccomandarsi a Dio e riporsi del tutto nelle piatose sue braccia; e cosí in lui solo si confidavano, e non nell'arte o diligenzia del pilotto e de' marinai, che niun pro vi facevano. L'altro dí poi, al quarto dell'alba, diedero in certe seccagne e forzieri d'aspri scogli, dove si fecero del vassello in mille pezzi e si perdé quanto dentro vi era: e 'l licenziado vi perdé piú che niuno altro, anzi piú che tutti gli altri insieme, perché vi perdé gli suoi libri e molto oro e argento e gioie e altre robe in gran quantità e valore. Ma in comparazione della vita ogni cosa istimavano poco, onde né anco vi volgevano il viso per ricuperarne alcuna, perché il piú fa spregiare il meno.
      Venuta la chiarezza della tempestosa mattina, si ritrovò il licenziado Zuazo fra li morti della sua compagnia, che ivi annegati s'erano, ignudo con gli altri che scampati erano (che erano da 47 persone), montati e aggraffiati tutti a quegli aspri scogli, che col crescere del mare si coprivano d'acqua, che dava fino al petto a quelli meschini: i quali non avevano né acqua né vino né pane né altra cosa con che potere sostentarsi, onde non pensava ad altro ciascuno che alla morte, alla quale cosí vicini si vedeano. E a questo modo stettero da che si annegò il vassello, come si è detto, fino a piú di mezzodí; e l'onde del mare alcuna volta andavano cosí alte, che passavano per sopra a questa dolorosa compagnia con tanta furia e impeto che a pena abbracciati con gli scogli sostenere si potevano, e alle volte la violenzia del mare ne distaccava alcuni, e gli smembrava e faceva pezzi fra quelle balze.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Dio Zuazo