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      Ma, lasciando il miracolo da parte e attribuendolo alla ragion naturale (benché solo Iddio sappia chi è degno di godere delle sue maraviglie), dico che egli, come prudente, mangiava poco, e perciò avea meno ardente lo stomaco e poteva meglio sostenere la sete, ed esso aveva per costume di non bere mai fra 'l giorno. Là dove gli altri, essendo persone piú sane e meno obligate a regola, perseveravano anco qui ne' soliti loro disordini; onde s'andavano di modo seccando che pareano imbalsimati, finché all'ultimo non restava loro altro che il cuoio e l'ossa, senza perdere mai la parola fino all'ultimo ponto della morte. Il che era un'altra maraviglia, anzi una grazia speziale che pareva che Iddio per sua clemenzia concedesse loro, di potere morire con la lingua, accioché l'avessero potuto ringraziare di quello che loro faceva.
      Ebbero per costume tutti questi afflitti che in cosí aspera penitenzia si ritrovavano di non cessare mai niun dí dall'orazione, perché da prima che fosse dí ciascuno si tirava solo da parte, per potere meglio nelle sue contemplazioni e particolari devozioni attendere, accioché il Signore Iddio meglio gli audisse in cosí segnalato ed evidente pericolo di fame e di sete: perché, se ben parea che stessero a qualche modo sodisfatti della vivanda che aveano, perché mancava loro il pane e l'acqua parea che ogni altra cosa fosse nulla e che agli stomachi loro non satisfacesse. E sempre che voleano mangiare ginocchiati benedicevano Iddio che glielo dava, e con lagrime quotidiane infinitamente il ringraziavano e lo pregavano che, poiché col suo prezioso sangue riscossi gli aveva, non gli abbandonasse in quella tanta calamità, che essi avevano viva confidanza in lui, che cosí loro darebbe il cibo quotidiano come aveva già agli Israeliti nel deserto data la manna dal cielo, e cavata dalla viva pietra l'acque vive perché bevessero, che già 12 dí passati erano che non avevano goccia d'acqua provata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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