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      Ma prima che questi partissero, passò la barca all'isoletta di mezzo e portò tutte le testudini che vi puoté avere, accioché quelli che restavano avessero avuto con che mantenersi mentre che la barchetta alla Nuova Spagna andava, e ritornasse (s'al Signor Dio piacesse) qualche vassello grosso per questa gente perduta, e accioché avessero avuto medesimamente che mangiare in questo loro lungo viaggio li tre che navigare dovevano. Ora, nella prima barcata portarono cinque testudini, che ne fecero pezzi e li lasciarono seccare, perché la barchetta avesse nel suo viaggio della Nuova Spagna questa provigione avuta. Cinque altre testudini che nella seconda volta portarono restavano alle genti che restava aspettando il soccorso di Dio.
      E perché non avevano comodità di portare acqua quelli che dovevano andare con la barchetta, non sapendo come rimediarvi, perché non avevano vasi, il licenziado fece ammazzar alcuni lupi marini e scorticarli chiusi a modo di utri, e questi fece poi empire d'acqua. E certo che questi vasi da portare acqua erano li piú strani e nuovi che mai si udissero né vedessero al mondo. Fatti e pieni d'acqua quattro o cinque di questi utri, e con quelli pezzi di testudini per provigione del camino e per zavorra del legnetto, con alcuna conchiglia per potervi bere, si partirono li tre già detti di sopra con quel garzonetto indiano. Al miglior navigare che avessero potuto fare, dovevano costoro prendere terra nella Nuova Spagna, là dove dicono i Termini (secondo il dritto onde la barchetta partiva), che erano ben 60 leghe lungi dalla Villa Ricca, dove costoro desideravano andare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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