Pagina (1216/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma piacque a nostro Signore, che è la vera guida, e che con buon tempo li condusse contra l'ordinario di quel golfo, che suole sempre essere tempestoso, che senza sapere dove si fossero giunsero tre leghe lungi da Villa Ricca piú verso ponente. Smontati a terra viddero sterco di cavalli, e da questo conobbero che ivi erano cristiani; onde tanto fu il piacere che ne ebbero che ringraziando Iddio si chinarono a basciarlo, e con molta confidanza cominciarono a caminare, finché giunsero ad una terra chiamata Diahustan, che era presso dove essi ismontati erano. Quivi il caciche, signor di quel popolo, diede loro a segnali notizia della Villa Ricca, e diede loro de' frutti della terra e una gallina perché mangiassero. Era tanta la fame che avevano che non potevano aspettare che si pelasse, e senza aprirla altramente mezza cotta se la mangiarono. Poi, tolta una guida che il caciche lor diede, se ne andarono alla Villa Ricca, dove ritrovarono un Simon di Conca, luogotenente di Fernando Cortese in tutta quella contrada. Quando costui vidde questi tre col garzonetto indiano, cosí deboli e ignudi, non ne fece conto alcuno. Onde, quando Gonzalo Gomes s'avvide che costui dissimulava, li presentò una carta del licenziado Zuazo, che non era piú che duo diti larga ed era di pergamina, che l'avea tagliata da una carta di navigare, e scrittovi di sua mano col sangue di certe conchiglie, con le quali sogliono tingere i panni e darli il colore della purpura, che ne erano in quella isoletta dove questi afflitti si ritrovavano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Villa Ricca Iddio Diahustan Villa Ricca Villa Ricca Simon Conca Fernando Cortese Gonzalo Gomes Zuazo