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      Ma quelli spezialmente potevano piú questo dire, che in quella tanta miseria e travaglio si ritrovavano, e in cosí cruda e aspra prigione rattenuti. Si consolavano anco all'incontro veggendo alcuni altri uccelli di terra ivi come perduti giungere, e stare sei e sette giorni fra loro, e perché non avevano che bervi essi poi ve li ritrovavano secchi e morti. E alcuni altri ve ne erano che gran piacere avevano in ritrovare quel fonticello, dove bevevano cosí alla cieca, per la gran sete con la quale venivano, che non restava di bere anco che i nostri loro molto s'appressassero.
      Egli s'è detto di sopra che gli uccelli e le loro ova durarono in quella terza isola dieci giorni solamente, e che perciò restarono quelli afflitti senza avere che mangiare, né sapevano come o onde provedersene, perché tanti lupi marini uccisi avevano che gli altri che restati vi erano, quasi avisati, non venivano già piú nell'isola dove i cristiani stavano. E in questa stessa isola non vi erano né testudini né uccelli, e per passare all'altra dove ne avrebbono forse trovato non v'avevano modo né comodità alcuna; di modo che da ogni parte stavano circondati d'angustie e di dolori di morte. E perché pareva che ad un certo modo fossero diventati tepidi nell'orazioni, il licenziado ricordò di nuovo a tutti in che termini e necessità si ritrovavano: onde tutti con molte lagrime si voltarono a pregare nostro Signore che si ricordasse di loro. E io fui certificato che fra loro vi era una persona che diceva una lunga orazione, nella quale v'entrava "Gloria in excelsis Deo". E in questo passo stando egli ad orare presso l'acqua, comparsero cinque gran lupi marini nuotando nell'acqua, e pareva che certa allegrezza mostrassero, e volgevano sopra l'acqua il ventre.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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