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      E a questo modo stettero tutta quella notte senza dormire, percioché, se ben alla fine s'avidero che quelli segni e navi s'andavano a poco a poco disfacendo, vennero nondimeno in speranza che questo fosse un segnale che Iddio loro mandava per loro consolamento, e che come pietoso padre loro provederebbe in tempo di tanta necessità, perché in estremità grandissima si ritrovavano e in pericolo di non dovere piú da quel luogo a salvamento uscire.
      E fu per questo; che la sera avanti che essi quelli segnali delle nuvole vedessero, la caravella che di terra ferma venia per salvarli, navigando con tutte le vele gonfie, entrò per la bocca di certe seccagne e subito li diede calma. Di che accorti i marinai dubitarono assai di qualche pericolo, ma il pilotto diceva che lasciassero andare la nave avanti, perché questo non era altro che contrasto di correnti. Ma un altro disse: "È sarà meglio che gettiamo una ancora e che aspettiamo fino a dí mattina, per vedere e sapere dove stiamo, perché potrebbe essere che fossimo già da presso all'isole degli Alacrani, e fra qualche pericolosa seccagna dove noi ci perdissimo".Parve agli altri che questo consiglio fosse il migliore, e cosí lo seguirono, e gettata una ancora aspettarono fino al dí seguente.
      Venuta la mattina, si viddero da ogni parte circondati da seccagne e forzieri, salvo che dalla bocca onde la caravella entrata era, onde, se non ritornavano ad uscire da questa stessa parte, vi restavano tutti annegati. E sarebbe stato di sorte che né essi avrebbono potuto aver nuova del licenziado e compagni, né questi di loro che col soccorso venivano, perché ancora stavano cosí lontani che non discernevano né vedevano quelle isolette.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Iddio Alacrani