Pagina (1227/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E perché il giorno innanzi quelli che navigavano non avevano potuto vedere niuno di quelli che stavano nell'isoletta, pensavano che fossero tutti dovuti essere morti, perché, essendo tardato quarantadue giorni questo soccorso a girli, tenevano di certo che non fossero loro potute bastare le cinque testudini che avevano e che si fossero già morti di fame. Questo era pensiero prudente e savio, e l'avrebbono indovinata se il pietoso Iddio non gli avesse in quel mezzo soccorsi con gli uccelli che nella isoletta vennero a fare i loro nidi e ova, e col lupo marino e testudine che poi per misterio grande ebbero, come s'è detto di sopra.
      Sorta la caravella, quando viddero passeggiare la gente per l'isoletta fu tanta l'allegrezza delli tre servitori del licenziado, che erano con la barchetta andati in terra ferma per lo soccorso, e dell'altra gente anco, che cosí gran gridi alzarono che a quelli che stavano in terra parve che voci celesti fossero. E vi furono due della nave che non volsero aspettare che si ponesse in mare la barchetta, che gettandosi a nuoto vennero a terra, e restarono attoniti e maravigliati veggendo il licenziado e compagni cosí trasfigurati dal primo essere loro. E tosto andarono a vedere l'acqua della fonticella che costoro bevevano, e provandola la ritrovarono a punto di quel sapore che è l'acqua stessa del mare; e volendo allora tosto perciò provarla anco quelli che solevano berne, la ritrovarono cosí amara e salsa che non si poteva bere. Il che non fu picciolo miracolo, perché la potenzia di Dio, perché costoro si mantenessero in vita mentre soccorsi fossero, fece dolce e buona quella acqua amara e salsa, la quale ritornò nel suo primo essere quando piú non bisognava servire per buona.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Iddio Dio