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      Questi ambasciatori vennero davanti al licenziado, e tutte queste cose molto pesatamente li dissero. E perché presso al letto del licenziado vedevano attaccata una imagine di s. Sebastiano dipinta in carta, mentre che le loro cose dicevano accennavano e mostravano questa imagine col deto, e dicevano che, come esso aveva in riverenzia quella figura, cosí avevano anco essi alle loro imagini e idoli riverenzia e rispetto.
      Accorgendosi il licenziado che questi ambasciatori indiani erano savii, e de' principali signori di quelle contrade, e veggendo che questo negozio era d'Iddio e della sua santa fede, e perciò molto importante e da sperarne che nostro Signore li porrebbe la risposta in bocca, deliberò di piú maturamente consultarla e di ricorrere al fonte della sapienzia, che è il medesimo Salvatore nostro; e perciò con lieto sembiante rispose che esso si ritrovava occupato, e per questo li pregava che il dí seguente, a quella medesima ora, tornassero con un buon interprete, che esso risponderebbe loro e sodisfarebbe a quanto dicevano. Gl'Indiani si partirono, e il licenziado in quel mezzo pregò nostro Signor che l'illuminasse e ponesse nella lingua quello che dire dovesse perché quella idolatria cessasse, e vi fosse conosciuto, riverito e temuto il suo santo nome; onde tanto bene e con universale a que' barbari sarebbe seguito, fra li quali tanta potenzia il demonio avea.
      Il dí seguente ritornarono quegl'Indiani, con un buon interprete chiamato Meneses, senza aspettare d'essere dal Zuazo chiamati.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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