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      Tutti di ciò molto si risero, perché sapevano che non era esso di tale infamia degno, e tosto cominciarono a negoziare sopra questa materia. Onde, partiti che indi furono, tutti quelli gentil uomini e cavalieri fecero consiglio, e mandarono un bel presente al Zuazo d'uccelli e pane e vino e frutti, e cose di latte e di cascio. E come quelli che si dolevano di questa informazione sinistra fatta di questo cavaliero a Sua Maestà, negoziarono il modo che tenere dovevano perché l'innocenzia sua avesse il suo luogo. Onde, indi a duo giorni, da parte del consiglio di quella terra andarono a parlare al Zuazo due ufficiali ordinarii di giustizia e due rettori, e gli dissero che essi stavano informati che esso portava oro e argento, e per questo ne depositasse quello che gli paresse in potere del luogotenente Giovan di Rogias suo ospite, accioché quella parte stesse manifesta e nota, per doversene di contanti pagare chi di lui querelandosi avesse giustizia; perché volevano fare andar bando che chi di lui aggravato si sentisse, mentre che egli quella isola governata aveva, fra il termine di quindeci giorni comparisse, che gli sarebbe stata fatta giustizia. E cosí fu poi fatto bandire publicamente, accioché non bisognasse che i querelanti andassero a fare tanta spesa fino alla città di San Giacomo, dove il giudice ordinario resideva, che in andare e venire vi sarebbono andate piú di seicento leghe di cammino, con molto travaglio. E benché di prima faccia questo non paresse bene al licenziado, di fare quel deposito, conoscendo poi nondimeno l'intenzione e 'l fine di coloro che lo chiedevano, e confidandosi nella verità e giustizia, depositò trecento castigliani d'oro e trenta libbre d'argento in potere del luogotenente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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