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      E fece egli questo viaggio per imbarcarsi nella costiera di mezzogiorno e non andare per terra, perché poco avanti era stato un grande uracane, cioè una tempesta grandissima, come se ne è ragionato di sopra, e il camino si ritrovava perciò occupato dagli alberi grossissimi che caduti erano per tutte quelle parti, e in modo impedito ne era che senza grandissima difficoltà non si poteva passare e andare avanti.
      Sí che, giunto all'altra costiera, s'imbarcò ivi in una gran canoa, con fino a trenta Indiani che remavano e con cinque cristiani che menava seco, e navigava terra terra per luoghi solitarii e per isolette, passando alle volte nel mare istesso quattro e cinque leghe fra arbori alti e densi e verdi nati nell'acqua stessa marina, che li chiamano mangli. E passando per questi e altri simili passi, che qui non si scrivono per brevità, giunse alla terra della Trinità, dove fu assai ben ricevuto, e li fecero giuochi di tori e gran piacere mostrarono del suo venire. Ed esso mostrò loro quella testimonianza che portava da Havana. Onde qui anco fecero tosto consiglio, e posero ad effetto quello stesso che avevano prima quegli altri in Havana fatto, e doppo il sindicato li fecero un'altra fiorita fede.
      E, per abbreviarla, egli andò poi in San Spirito, e con la medesima diligenzia e carezze li fecero un altro simile testimoniale. Il medesimo ottenne nella terra del porto del Prencipe, nella terra del Baiamo, che è trenta leghe lungi dalla città di San Giacomo. In tutti questi luoghi non vi erano altro che mandre d'armenti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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