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      Subito ordinai che fusse pigliato un altro di quei cinquanta, e ancora il secondo raccontò l'istesse cose ch'io aveva intese dal primo, e con le medesime parole. E poiché questi due erano conformi, diedi commissione che ne fussero presi altri cinque, e finalmente tutti i cinquanta, e feci lor tagliar le mani e mandogli via, accioché dicessero al lor signore che di giorno e di notte e ogni volta che venisse provarebbe quali noi fussimo per dover essere.
      Facemmo i nostri alloggiamenti piú sicuri e allogai i soldati ne' luoghi necessari, e di questa maniera stemmo finché sopravenisse la notte, la qual venuta gli inimici già cominciavano discendere il colle da due valli, alle quali pensavano di venir secretamente per circondarne e venirne appresso, per mandare ad esecuzione quel che si avevan proposto nell'animo. Ed essendo già provisto e apparecchiato ad ogni cosa, mi parve, se io gli lasciava avicinare ai nostri alloggiamenti, che facillissimamente ci saria potuto avenir qualche danno, e percioché di notte, non vedendo i soldati che fussero meco, senza paura alcuna ci assalirebbono, e ancora perché i nostri soldati spagnuoli non vedendo averiano piú paura; oltra di ciò avendo sospetto che in qualche modo non gettassero il fuoco nelle nostre tende, il che se fusse avenuto, ne saria stato di tanto danno che niun di noi saria potuto scampare, deliberai co' cavalli d'assalir gli nemici per ispaventargli e disordinargli. La qual cosa ne successe secondo il nostro disegno, conciosiaché, subito che ebbero sentito noi arditamente andar contra di loro co' cavalli senza temere e senza gridare, lasciate l'armi si gettarono giú per li monti, e tanta fu la moltitudine di coloro che vi si gettavano, che n'erano pieni d'ogn'intorno tutti i luoghi vicini.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486