Pagina (23/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lasciarono anco le vettovaglie che con esso loro avevano portate, per rinfrescarsi quando in quella notte ci avessero vinti ed estinti del tutto: e a questo modo rimanemmo sicuri. Fatto questo, ce ne stessimo dentro gli alloggiamenti per alquanti giorni e non ne uscimmo, se non quivi attorno, per difender che non v'entrassero certi Indiani che con grandissimi gridi scaramucciando ci assalivano. E stemmo alquanto di tempo negli alloggiamenti, non senza maninconia.
     
     
      Come il Cortese la terza volta esce degli alloggiamenti di notte a' danni de' nemici, onde gli Indiani gli dimandarono pace. E come gli Spagnuoli furono da gran paura soprapresi, e, confortati dal Cortese, conclusero voler seguitarlo.
     
      Dapoi una notte con cento fanti, con tutti li cavalli e amici miei indiani, dopo l'ore della prima guardia me n'usci' degli alloggiamenti, dai quali essendo lontano per spazio d'una lega, cinque cavalieri con le cavalle che cavalcavano cascarono, di modo che non poterono andar piú avanti. Io gli rimandai agli alloggiamenti, esortandomi li compagni che ancor io dovessi ritornar con loro, attribuendo cotal accidente a cattivo augurio. Ma io, rivolgendomi nell'animo Iddio esser sopra la natura, seguitai il cominciato viaggio, e prima che venisse giorno assaltai due terre, nelle quali furono uccisi molti; ma non comportai che fussero abbrucciate, accioché l'altre che erano vicine, vedendo il fuoco, non si pensassero ch'io fussi appresso. Ed essendo venuto il giorno diedi l'assalto ad un'altra, tanto grande che, avendo poi fatta diligente investigazione, conobbi che in quella erano ventimila case.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Indiani Cortese Indiani Spagnuoli Cortese Iddio