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      E raccontava tutte l'altre cose che li medesimi avevano fatte e commesse contra di me, le quali, per non offender le sacre orecchie di Vostra Maestà, lascierò di dire. In somma sono rimasi sudditi di Vostra Maestà, e le hanno offerto e se stessi e le lor facoltà, e tali gli ho trovati insin ora e per l'avenire spero di trovargli, sí come nel procedere avanti piú chiaramente sarà manifesto a Vostra Maestà.
     
     
      Come i signori di Tascaltecal pregorono il Cortese ch'entrasse nella città, e come v'entrò con gli Spagnuoli. Del bel sito e piazza maravigliosa e abbondanzia di detta città, e come si governa a republica. Di una dignità loro detta magiscacin, del modo che osservano in punir i ladri; e della provincia chiamata Gnasincango.
     
      Appresso quella torre ne' medesimi alloggiamenti me ne stetti sei giorni, non mi fidando ancora di loro, né mi volsi partire, benché piú volte con grande instanzia di prieghi mi richiedessero che io andassi ad una certa gran città, dove tutti i baroni e signori di quella provincia facevano residenza, insin che tutti quei signori vennero ne' miei alloggiamenti a pregarmi ch'io entrassi nella città, che in essa meglio che nel campo ci fornirebbono delle cose necessarie; e dicevano aver gran dispiacere che, poiché io era diventato lor amico, avessi cosí tristo albergo. Onde vinto dai lor prieghi entrai nella città, la quale era lontana sei leghe dal detto nostro campo e torre dove era alloggiato.
      La città è tanto grande e maravigliosa che, benché molte cose io lasci che potrei raccontare, nondimeno questo parerà ancora incredibile, percioché giudico che di circuito sia maggior della città di Granata, e piú forte, e d'edificii tanto belli e forse piú ricchi, e piú piena di popolo che non era Granata in quel tempo che i nostri la tolsero delle mani de' Mori, e molto piú abbondante di quelle cose che sono nella nostra patria, come di pane, d'uccelli, di pesci sí di fiumi come di laghi, similmente di cacciagioni, e d'altre cose che usano, ottime secondo il lor vivere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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