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      Camminato che ebbi una lega, entrai in una via fatta a mano e artificiosamente fabricata nel detto lago, larga quanto è lunga una lancia spagnuola da uomo d'arme, per la quale avendo camminato quasi una lega arrivammo ad una città, della quale insin ora non abbiamo veduta la piú bella, benché non fusse di gran circuito. In questa picciola città erano bellissime case, e non tanto ci maravigliavamo delle case cosí ben fabricate quanto dei fondamenti di esse, i quali con maraviglioso artificio erano posti in acqua, che, sí come è detto, la città è situata nel lago. In questa, che ha quasi duemila case, stemmo commodissimamente e molto sontuosamente ne ricevettero; e i primarii e il signore della città desideravano grandemente che quella notte io riposassi quivi, ma gli ambasciatori del signor Montezuma mi dissero che io non dovessi star quivi, ma per spazio di tre leghe andare ad una città nominata Iztapalapa, la quale è suddita ad un de' fratelli del signor Montezuma. L'uscita di questa città dove noi desinammo, il cui nome ora non mi sovviene, è per un'altra simile strada fatta a mano, la quale conduce sino in terra ferma per spazio d'una lega. E avicinandomi alla città, il signore di quella, insieme con un gran signore d'un'altra che è lontana da quella tre leghe, che la chiamano Canaalcan, e molti altri baroni e signori che quivi m'aspettavano, mi vennero incontra e mi portarono quattromila pesi d'oro e certe vesti di seta, e mi ricevettero umanissimamente.
     
     
      Sito della città Iztapalapa, e de' bellissimi palazzi e giardini e d'un maraviglioso belveder di quella.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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