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      La città di Temistitan ha solamente due porte: una per la quale entrano, l'altra per la quale escono. Vennero qua ad incontrarmi da mille baroni della città, con abito d'una istessa livrea, secondo il lor costume e usanza. E mentre s'appressavano ciascuno di loro usava la ceremonia della patria, che è tale: ciascuno, secondo che si trovava nell'ordine, quando veniva a salutarmi toccava la terra con mano e dipoi se la basciava, per segno di grandissima riverenza. E quivi consumammo un'ora, prima che ciascuno finisse la ceremonia. Non lunge dalla città era un ponte di legno di larghezza di dieci passi: qui è interrotta la detta strada, e questo ponte è per il crescimento e mancamento dell'acque (percioché l'acque di questa palude crescono e scemano come quelle del mare), e anco per sicurezza e difesa della città, conciosiaché quelle travi lunghe delle quali è fatto il ponte le mettino e lievino come a lor piace. E a simiglianza di questo ne sono molti altri per tutta quella famosa città, sí come dirò piú largamente nel processo della mia relazione.
     
     
      Con quanta pompa venne il signor Montezuma a parlar al Cortese,
      e il parlamento ch'ebbero insieme.
     
      Poiché ebbi passato il detto ponte, mi venne incontra quel potente signor Montezuma per ricevermi, e con esso lui ducento signori co' piedi nudi e con altro piú ricco abito di livrea che li primi; e andavano a due a due in modo di processione e s'accostavano molto ai muri delle case, ancora che la strada fusse agevole, larga e dilettevole, essendo quasi per una lega tutta diritta, e tanto diritta che potevamo veder dal principio insino all'ultimo di detta via; e da ambidue i lati d'essa sono case ottime e grandi, parte per uso di moschee e parte per abitare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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